Meredith Kercher e la perizia in secondo grado.

da | Giu 13, 2024 | News

Meredith Kercher e la perizia in secondo grado.

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Il coltello da cucina ed il gancetto del reggiseno della vittima.

Le due prove scientifiche che incriminarono Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Le stesse prove che a seguito della perizia in secondo grado vennero annullate. Così andarono i fatti:

Il giorno 22 gennaio 2011 il Prof. Stefano Conti e Prof.ssa Carla Vecchiotti vennero incaricati dal presidente della Corte d’Assise d’Appello di Perugia di eseguire indagini di laboratorio relativamente alle due prove scientifiche poste alla base della condanna di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito nel caso Meredith.

Il particolare venne loro richiesto di valutare, in primis, il grado di attendibilità dell’eventuale attribuzione del DNA presente sul gancetto del reggiseno di Meredith e sul coltello. In subordine, se non fosse stato possibile procedere ad un nuovo accertamento, valutare il grado di attendibilità di quelli precedentemente eseguiti dalla Polizia scientifica sui reperti suddetti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni.

Quello che accadde, Rudy Guede e Patrick Lumumba.

La sera del 1° novembre 2007, la studentessa inglese venne ritrovata esanime nel suo appartamento a Perugia a Via della Pergola n. 7. Il 15 novembre 2007, venne analizzato un coltello da cucina ritrovato a casa di Raffaele Sollecito. Sul manico la Polizia scientifica riscontrò il DNA di Amanda Knox, mentre sulla lama il DNA della vittima.

Da una impronta apposta con il sangue sul cuscino rinvenuto sotto il corpo della vittima, gli inquirenti risalirono invece a Rudy Guede, l’ivoriano naturalizzato italiano. Lo stesso aveva avuto un precedente per furto ed era stato già fotosegnalato. L’accusa nei confronti di Patrick Lumumba, indicato da Amanda Knox come colpevole, venne invece ritenuta infondata. La stessa Amanda venne condannata con sentenza passata in giudicato per diffamazione. È notizia di questi giorni che Amanda è rigettata la richiesta di revisione del processo per diffamazione.

Considerato, il pregnante quadro probatorio a carico di Rudy Guede, il suo legale optò ed ottenne il rito speciale del giudizio abbreviato che comportò la condanna ad una pena ridotta a 16 anni di reclusione per la violenza sessuale ed il conseguente omicidio di Meredith Kercher. Attualmente questo non sarebbe stato possibile. Con la legge n. 33/2019, il giudizio abbreviato non è più ammesso per i delitti puniti con l’ergastolo.

La condanna in primo grado e l’assoluzione in appello.

Nonostante le diverse scelte difensive, anche Amanda Knox e Raffaele Sollecito vennero raggiunti da sentenza di condanna.Le prove schiaccianti consistevano in tracce di DNA trovate dalla Polizia scientifica sul gancetto di Meredith, ritrovato strappato dal reggiseno e repertato nel secondo sopralluogo del 19 dicembre del 2007 e sulla lama del coltello da cucina sequestrato nell’appartamento di Raffaele Sollecito. Venne anche ritrovata una impronta digitale di Sollecito sull’esterno della porta della camera da letto di Meredith.

Tali reperti divennero però oggetto di perizia solo nel secondo grado di giudizio, perché mai ammessa prima, nonostante le insistenze del collegio difensivo.

Le operazioni periziali si conclusero con importanti novità che stravolsero la sentenza di primo grado.

Nella controversa consulenza della Prof.ssa Vecchiotti e del Prof. Conti, emerse che nella precedente analisi dei reperti, vi fu una erronea interpretazione della lettura del DNA. La stessa perizia sostenne che sulla lama del coltello non vi erano “elementi scientificamente probanti tracce di DNA.

Sempre secondo la medesima perizia, per entrambi i reperti non vennero eseguite “le procedure internazionali di sopralluogo ed i protocolli internazionali di raccolta e campionamento dei reperti”. Pertanto non si poté escludere che i risultati ottenuti potessero derivare da “fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione dei reperti”.

Così nel 2011 i due imputati vennero prosciolti per non aver commesso il fatto dalla Corte d’Assise d’Appello, che accolse le risultanze della perizia.

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