Il caso giudiziario dell’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi si è concluso con la condanna della madre Annamaria Franzoni. Nell’analisi del caso tutto torna dalla sequenza giudiziaria alla condanna con una sentenza che la quasi totalità delle persone ha ritenuto giusta (alcuni l’hanno considerata forse troppo mite). Nel libro Amnesie, scritto con Fabio Sanvitale (editore Armando), analizziamo in modo completo (spero) il caso giudiziario concordando pienamente con l’impianto accusatorio e con la sentenza finale che la condannò a circa 16 anni.
Parliamo del piumone
Analizziamo un particolare, quello relativo alle analisi delle tracce di sangue presenti sul piumone che copriva il letto dove venne ucciso il piccolo Samuele. Il piumone trapuntato, che copriva il corpo del piccolo, aveva le dimensioni di 256×236 cm, il bordo era di circa 12 centimetri ed era trapuntato in rettangoli di 29×26 cm. In fase di analisi il RIS lo suddivise in quadrati di 60 cm di lato (quindi 16 in totale) numerandoli dall’85 (quello in alto a sinistra per chi lo osservi dai piedi del letto) al 100 (in basso a destra). Ogni quadrato venne successivamente diviso in 4 parti. Si è quindi proceduto a contare le gocce di sangue presenti in ognuno dei quadratini.
Come si può vedere dallo schema del piumone (la tonalità dei quadratini è proporzionale al numero delle tracce di sangue presenti) i quadratini numerati dal 97 al 100 risultano praticamente privi di sangue, questo è spiegabile con il fatto che il piumone steso sul letto avesse la parte terminale normalmente ripiegata verso il pavimento.
SI nota inoltre che nel settore denominato 90, in particolare nel sotto quadrato, siglato con BS, sono praticamente assenti tracce ematiche. Nell’analisi delle tracce di sangue BPA (Bloodstain Pattern Analisys) questa mancanza di tracce ematiche viene definita “Void area”, In generale è sempre importante determinarne la motivazione. È capitato che per esempio la Void area sia causata da un oggetto poi portato via dall’assassino.
Le teorie contrapposte
La difesa e l’accusa diedero in fase dibattimentale spiegazioni diverse per questa mancanza di tracce; l’accusa sosteneva che Annamaria Franzoni avesse compiuto l’omicidio prima di portare il fratellino di Samuele al pulmino, per la difesa l’omicidio avvenne in quel brevissimo lasso di tempo in cui lei si era allontanata. Secondo l’accusa la “Void area” quindi è stata causata dalla posizione di Annamaria in ginocchio sul letto, quindi dal corpo della stessa Franzoni, invece secondo la difesa tale mancanza venne causata dal pigiama che aveva lasciato sul letto quando si era cambiata, successivamente questo piumone venne rinvenuto sotto il piumone. Quest’ultima tesi presupponeva che l’ignoto assassino non sia mai salito sul letto, ma abbia colpito il piccolo ponendosi in piedi a fianco del letto stesso.
C’è però un problema, la parte del piumone presente sul letto era costituita da 3 strisce di quadrati quelli numerati dall’ 85 a 96, quindi circa 180 centimetri dal margine del Piumone (a ridosso dei cuscini) al bordo inferiore del letto. Di conseguenza dov’era posizionata la “void area” in questo caso?
Dal bordo del letto dopo il quadrato 94 (che ricordo è di 60 centimetri).
Secondo l’accusa quindi la Franzoni quando stava colpendo il piccolo si trovava in ginocchio sul letto a circa 60 centimetri dal bordo della pediera.
Ma come poteva colpire la testa del piccolo Samuele che in quel momento era posta normalmente sul cuscino? Lei si praticamente si trovava ai piedi del letto, ma quanto si sarebbe dovuta piegare in avanti? Un equilibro impossibile.
Su questo punto l’accusa e la difesa hanno dibattuto tanto senza, ovviamente, giungere ad una spiegazione comune.
Il rasoio di Occam “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”
Ma se la soluzione fosse più semplice? E se la famosa “Void area”, fosse stata causata da una semplice piegatura del piumone? E l’omicida avesse colpito il piccolo stando in piedi a sinistra del letto, o sopra il letto ma in modo dinamico? Cioè spostandosi da destra a sinistra (rispetto l’asse del letto) nella fase compulsiva omicidiaria?
Un quadro accusatorio o difensivo ha sempre qualcosa che non torna.
Capita perché non tutto può sempre tornare, la vita reale è basata su tantissime variabili non tutte calcolabili, prendiamo per esempio il caso in questione: posizione del piccolo, dell’omicida, del piumone, del cuscino, tipologia dell’arma, il tutto poi da considerare in modo dinamico, la posizione del piccolo poteva cambiare a seguito degli stessi colpi.
Concludendo
Una ricostruzione dei fatti deve “tendere” alla spiegazione completa degli avvenimenti ma solo per poter diminuire il più possibile gli errori e le lacune, ma non si potrà mai avere una completa spiegazione dell’accaduto.