23 anni dopo il Massacro di Novi Ligure, i media e la stampa non riescono ancora a dimenticare cosa successe il 21 febbraio 2001.
“ I fidanzatini compirono un duplice omicidio: uno dei casi più discussi in Italia”.
di Arnaboldi Chiara
Due giovani fidanzati, non ancora maggiorenni, commisero una delle stragi che lasciò maggior quantità di sangue sulle pagine di cronaca nera Italiana, Omar e Erika sono gli autori di questo crimine efferato. Le vittime coinvolte nel duplice omicidio sono la madre di Erika e il fratellino di 11 anni.
Era il giorno 21 febbraio 2001 quando un piccolo quartiere borghese di Novi ligure, in provincia di Alessandria, venne travolto dalla stampa.
All’interno di una villa vennero ritrovati dei corpi senza vita che corrispondevano a quelli di Susanna Cassini, detta “Susi” e del figlio undicenne Gianluca De Nardo, avuto con l’ingegnere Francesco De Nardo, 44 anni.
Susi era una donna benevola, lasciò il lavoro da ragioniere per dedicarsi all’accudimento dei figli e nel tempo libero dedicarsi alla beneficenza, cristiana praticante era amata da tutti nella comunità. Il figlio, Gianluca, era un bambino dolce, con ottimo rendimento scolastico e con un carattere mite.
La scena del crimine fu aberrante, il Procuratore di Alessandria la definì “uno degli episodi più feroci che abbia visto”. Si conteranno in totale 97 coltellate, ciò che gli esperti definiscono “overkilling” dove l’utilizzo della forza è maggiore rispetto a quanto sia necessario per uccidere la vittima.
All’interno di quell’abitazione vi era anche la figlia sedicenne Erika De Nardo che dai primi interrogatori dirà di essere riuscita a scappare da una rapina ad opera di due albanesi. Tuttavia, la sua freddezza non convinse gli inquirenti.
Per le strade di Novi cominciò la caccia all’uomo dei due killer albanesi e la stessa Erika identificò uno dei due autori che poco dopo venne rilasciato avendo un alibi inattaccabile.
La procura di Alessandria incaricò per la ricostruzione dei fatti il comandante del R.I.S Luciano Garofano, che già dai primi istanti notò delle grosse incongruenze rispetto ai racconti di Erika ma soprattutto vi erano degli elementi che non trovavano riscontro con la dinamica dell’evento raccontata dalla ragazza. Come mai nessuno aveva sentito le urla delle vittime quando si trattava di un orario in cui la gente era solita essere a casa? Come mai la porta non era stata forzata e non era stato portato via nulla dall’interno dell’abitazione?
Dopotutto la De Nardo aveva raccontato di una rapina… e soprattutto perché i killer avevano ucciso il figlio di Susi se il piccolo si trovava al piano superiore e non avrebbe potuto identificare gli aggressori?