La testa di Diogo Alves

da | Lug 3, 2021 | News

La testa di Diogo Alves

da | Lug 3, 2021 | News

Nel 1841, centottanta anni fa, il Portogallo compiva la sua ultima esecuzione capitale, impiccando Diogo Alves, autore di 70 omicidi. Allora nessuno aveva inventato i serial killer. Ma oggi che sappiamo ne bastano 2 per entrare nel gruppo, ecco che la storia di Alves diventa di grande interesse. Il Portogallo ha ancor oggi una media criminale bassissima, è un paese tranquillo e  infatti ecco che il suo serial killer è di due secoli fa. Ma qual è la sua storia e perché la testa di Alves si trova all’Università di Lisbona, dove abbiamo potuto fotografarla?

Alves era nato in Galizia e faceva l’acquaiolo. Si era messo con un’ostessa, ma aveva più soldi lei che lui. La cosa non andava. Avevano anche una figlia. Alves pensò a un piano per arrotondare le entrate e questo piano si chiamava rapina. Per ragioni di lavoro conosceva bene l’acquedotto di Aguas Livres. Un vero capolavoro di ingegneria del Settecento, lungo 18 km nel suo svolgimento e con campate di decine e decine di metri. Oggi non più, ma all’epoca dei delitti era percorribile a piedi e tanti mercanti lo usavano per andare e tornare da Lisbona. Ed è su quell’acquedotto, in certe curve, che Alves si appostava di notte. Rapinava i malcapitati e poi, per evitare di essere riconosciuto, li scaraventava di sotto. Passarono per suicidi per un bel po’, per troppo tempo, fino a che l’acquedotto fu chiuso, con colpevole ritardo, dalle autorità; e si passò a indagare.

 

 

Chiusa la via per il crimine, Alves decise di rapinare la casa di un ricco medico e nel farlo uccise tutta la famiglia: quattro persone. Aveva passato il segno. C’erano sospetti su di lui e fu la figlia di 11 anni, parlando, a incastrarlo. Fu impiccato.

Ma era l’Ottocento, il secolo delle grandi scoperte. C’era la frenologia e questa disciplina diceva che si poteva capire la personalità di qualcuno studiandone la testa, gli avvallamenti, insomma la forma del cranio, perché ogni area esterna corrispondeva ad un’area interna del cervello. Non era scientifico, ma erano i primi passi verso lo studio delle funzioni dell’encefalo. Gall, inventore della frenologia, non aveva sbagliato tutto.

 

 

Così, la testa di Alves fu mozzata e studiata, finendo sotto formaldeide. La sostanza chimica ne ha modificato le dimensioni, l’ha sbiancato, ma è lì. Lì, lontana da sguardi indiscreti, protetta da un dedalo di corridoi, porte, scale e sotterranei, nel cuore dell’Università di Lisbona. Non dirò di più. Ma è lì, e ci guarda. Come se fosse vivo.

Leggi tutte le news