di Biancamaria Massaro
Sono l’essere più famoso non solo che è vivo,
ma l’essere umano più famoso che sia mai esistito.
E non sono ancora morto.
Hai idea di cosa cazzo succederà quando sarò morto?
Charles Manson
Charles Manson (Cincinnati, 12 novembre 1934 – Bakersfield, 19 novembre 2017) è considerato un’icona satanica e molti credono che la Family da lui fondata sia stata una setta di ispirazione satanica, eppure Manson si sentiva più simile a Cristo che a Satana. Non voleva che i suoi seguaci credessero in qualche Divinità maligna, ma a lui e che impegnassero anima e corpo – questo, soprattutto, le ragazze – affinché diventasse un cantante famoso.
È difficile credere che un delinquente di ben poco spessore, dedito a rapine, furti e sfruttamento della prostituzione, in circa due anni abbia affascinato tante giovani menti, spingendone perfino una mezza dozzina a uccidere in suo nome. Per conoscere più in dettaglio il personaggio, rimando al mio saggio, aggiornato a dicembre 2022 e pubblicato da nero Press Edizioni, Charles Manson. Demitizzazione di un’icona satanica. È però necessario ricordare alcuni particolari importanti della sua infanzia e giovinezza.
Sua madre, Kathleen Maddox – una sedicenne prostituta e alcolizzata fuggita da una famiglia bigotta – non lo ha mai amato e avrebbe voluto abbandonarlo alla nascita. I primi anni lo lascia sempre più spesso ai nonni o lo “scarica” in diversi orfanotrofi, finché il figlio commette i primi furtarelli, perciò finisce in riformatorio, da cui entra ed esce di continuo per furto e poi spaccio. Tra un crimine e l’altro, Manson raggiunge l’età per essere mandato nei penitenziari, si sposa due volte, impara a suonare la chitarra, entra in contatto con Scientology, si interessa di ipnosi, all’Analisi Transazionale di Eric Berne e della Bibbia, di cui recita a memoria molti passi. Quando il 21 marzo del 1967 lo rilasciano da Terminal Island, chiede di rimanere dentro: non è in grado di vivere in mezzo agli altri e sa che “fuori” sarà costretto a riprendere la sua vita da criminale.
Il fondatore della Family ha passato quindi la maggior parte della sua vita tra istituti correttivi per minori e prigioni, dove ha scoperto di avere la capacità di esercitare una forte influenza sulle persone. Basso di statura e mingherlino, in carcere si faceva rispettare più con le parole che con la forza, inoltre è riuscito a convincere più di uno psichiatra della sua “redenzione” e a concedergli la libertà condizionata. Uscito di prigione già quasi trentatreenne, ha l’età giusta per farsi passare quasi da “padre buono”, o almeno da fratello maggiore saggio e comprensivo da tanti giovani hippie che fuggono da casa o sono cacciati da famiglie in cui non si riconoscono più: i loro genitori, infatti, sono usciti dalla Seconda Guerra Mondiale da salvatori dell’Europa ed eroici vincitori, convinti che Dio, Patria e Famiglia siano gli unici ideali da trasmettere alle generazioni future; non possono accettare i nuovi ideali, la libertà sessuale, la rinuncia alla chiamata alle armi per una guerra lontana e perfino la “musica del demonio” – il Rock! – che i figli cercano e vogliono. Grazie al carisma innato e al poliedrico e atipico bagaglio culturale che si porta dietro, a Charles riesce perciò facile trovare le parole adatte per attirare le sue prime seguaci, le Charlie’s Girls.
Dopo aver passato tanto tempo in cella, probabilmente all’inizio si è lasciato davvero affascinare dalle libertà che la controcultura hippie permetteva di sperimentare ma, da delinquente navigato –seppur piccolo – com’era, ha capito come piegarle ai suoi desideri e bisogni; soprattutto, ha imparato presto come usarle per legare sempre più a sé i membri della comunità che si sta raccogliendo intorno a lui. Anche perché, come spacciatore e protettore, sa bene come rifornirsi di droghe e usare il sesso per raggiungere i suoi obiettivi. E Manson ha un obiettivo ben chiaro da perseguire: diventare famoso come Quinto Beatles, anche se la sua musica è più simile a quella Country che a quella dei Ragazzi di Liverpool.
Una volta compreso che non avrebbe raggiunto il successo, incolpa del fatto il mondo discografico che lo ha tradito, in particolare il produttore Terry Melcher che, invece di fargli pubblicare un disco come gli aveva promesso, aveva lasciato che i Beach Boys trasformassero un suo brano “impegnato”, Cease to Exist, in un’insulsa canzoncina d’amore, Never Learn Not to Love.
Deluso e pieno di rabbia, decide di dare via all’Helter Skelter, termine con cui gli inglesi chiamano una giostra per bambini – composta da uno scivolo lungo, elicoidale e colorato – che può provocare giramenti di testa; dati i suoi effetti, indica anche qualcosa di molto confuso e disordinato e i Beatles giocarono sul doppio senso del termine per la canzone omonima. Charles Manson ne stravolge completamente il significato: per lui è sinonimo dell’Apocalisse che sarebbe avvenuta attraverso lo scontro razziale che i neri (per calarci nel clima di allora, dimentichiamoci l’attuale e politicamente corretta definizione di “afroamericani”) avrebbero scatenato contro i bianchi. Sarebbero stati i primi a vincere, ma, troppo “stupidi” secondo il razzista Manson per governare il mondo, avrebbero chiesto ai bianchi superstiti di diventare loro guida.
Se ai nostri occhi la teoria dell’Helter Skelter – intesa come scontro razziale e tralasciando la parte in cui Manson e i suoi avrebbero governato sui vincitori – sembra incredibile, quasi ridicola, a fine anni Sessanta era però un timore condiviso da molti. Nella prima metà degli anni Sessanta, infatti, si sono verificati eventi che hanno cambiato la società americana e influenzato quella mondiale. Ripercorriamo brevemente i principali:
– È iniziata la guerra in Vietnam (1962-1975), destinata a devastare un’intera generazione di giovani americani;
– il discorso I have a dream di Martin Luther King durante la marcia per i diritti civili a Washington (28 agosto 1963) ha condotto all’approvazione della legge sui diritti civili che equipara i neri ai bianchi (2 luglio 1964);
– sono stati assassinati il presidente John F. Kennedy (Dallas, 22 novembre 1963) e Malcolm X, leader della Nation of Islam, (21 marzo 1965), presto seguiti da altri omicidi che segneranno le coscienze americane e mondiali.
Quando Manson esce di galera, nella primavera del 1967, si trova quindi in un mondo totalmente diverso da com’era prima che vi entrasse a fine anni Cinquanta. Sta cambiando anche la musica grazie al successo di band come i Beatles e sta nascendo il movimento hippie: poco a poco, ma in numero sempre crescente, i giovani stanno abbandonando le famiglie e cominciano a unirsi in comunità e a vivere di espedienti.
Sempre nel 1967, il movimento delle Black Panther attira l’attenzione dell’opinione pubblica quando una trentina di giovanissimi militanti provenienti dal ghetto di Oakland invade la sede del parlamento californiano per protestare contro la restrizione al diritto di portare armi. Opponendosi a King e allo stesso Malcom X, i suoi membri abbracciano il principio dell’autodifesa (self-defence), ovvero il diritto di pattugliare armati i ghetti per fermare − in modo “preventivo” – attacchi ai neri da parte della polizia o delle ronde formate da bianchi. Il movimento è presto messo sotto controllo dall’FBI che cerca di farlo apparire solo come movimento violento di opposizione ai bianchi, facendo dimenticare provvedimenti pacifici di interesse sociale che misero in atto alcuni suoi esponenti, creando così un clima di terrore.
Si capisce perciò come a fine anni Sessanta potessero essere in molti in America a temere una guerra civile di stampo razziale. In particolare, l’americano medio, il cosiddetto WASP (White Anglo-Saxon Protestant, ovvero Bianco, Anglo-Sassone e Protestante), che teme tanto il movimento delle Black Panther, quanto l’idea che i suoi stessi figli possano schierarsi dalla parte dei neri in nome della pace e dell’amore libero. Anche perché, cosa inimmaginabile fino agli anni Cinquanta, cominciano a esserci matrimoni misti e figli meticci, spesso illegittimi: l’americano medio non può accettare che una sua figlia/sorella/ragazza possa contaminare la razza. Le cose peggiorano quando l’attivista Martin Luther King viene assassinato il 4 aprile del 1968.
Manson, convinto razzista, la pensa esattamente così. Quando il 22 novembre del 1968 esce il White Album, riesce a dare un nome all’imminente Apocalisse (Helter Skelter […] she’s coming down fast). In Revolution 9 legge invece la richiesta di aiuto dei Beatles e un riferimento all’Apocalisse di Giovanni nel passo in cui il Quinto Angelo – come il Quinto Beatles, ovvero Manson stesso – riceverà in dono la chiave del Pozzo dell’Abisso dove rifugiarsi in attesa che lo scontro razziale finisca.
I neri agli occhi di Manson non sembrano però così ansiosi di prendere le armi, ma potrebbe essere un vantaggio per lui: avrà il tempo di intraprendere con successo la sua carriera di musicista. Fallito il suo obiettivo, decide di anticipare l’Helter Skelter, facendo uccidere dai suoi seguaci dei bianchi famosi, le cui morti, attribuite ai neri, avrebbero creato panico e la convinzione che i WASP dovevano difendere se stessi e i valori americani. Almeno questa è la ricostruzione che emergerà dal processo, contestata però da chi ancora oggi sostiene che Manson sia stato un innocente e pacifista hippie.
Il primo omicidio riconosciuto dei membri della Family quello di Gary Hinman, un musicista che li aveva ospitati nemmeno due anni prima. Ritrovato il 31 luglio, era stato torturato dal 25 al 27 da Bobby Beausoleil, Mary Brunner e Susan Atkins per un affare legato alla droga. Manson sarebbe intervenuto solo in un secondo tempo perché Gary non rispondeva alle domande di Beausoleil e si sarebbe limitato a staccargli un orecchio con una sciabolata – episodio in cui era presente anche Bruce Davis, altro membro della Family – per poi lasciare agli altri il compito di finirlo.
Con il sangue della vittima gli assassini lasciano scritto political piggy (letteralmente: “maialino politico”) e disegnano un artiglio felino, poi cancellato, in modo da far accusare le Black Panther. Beausoleil verrà arrestato il 6 agosto successivo, mentre si trova su una macchina rubata a Hinman e la Brunner due giorno dopo per delle carte di credito rubate. La Atkins sarà perciò l’unica ancora in libertà per poter partecipare agli altri delitti.
La Summer of Blood è appena iniziata.
Nel prossimo articolo vedremo come come la fama di Manson sia nata e si sia alimentata di luce riflessa di quella delle sue vittime, in particolare della giovane e bella attrice Sharon Tate, “colpevole” solo di aver preso in affitto con il marito, il regista Roman Polanski, la villa in cui fin a pochi mesi prima aveva abitato Terry Melcher.